Dopo aver fatto parte del gruppo di ricerca e canto popolare "La Macina", Marino Carotti ha iniziato nel 1994 una sua personale ricerca su canti e tradizioni popolari della cultura orale marchigiana, recuperando e documentando tutto quello che era ancora possibile reperire alla fine del secolo scorso; ha percorso così campagne e paesi per trovare informatori, in particolar modo persone anziane, disponibili a ricordare e a trasmettere quelle canzoni antiche e suggestive che intonavano mentre lavoravano nei campi. Canti popolari che avevano smesso di cantare o recitare da almeno cinquant’anni, che avevano "tenuto nascosto per troppo tempo" come dice Marino stesso.
In questa maniera, su un registratore portatile, è riuscito a registrare dalla loro viva voce più di mille canti che ha successivamente ritrascritto. Una raccolta di ballate, canti di cantastorie, canti di lavoro e di emigrazione, canti di guerra, rituali di questua, scioglilingua, fiabe, filastrocche, giochi e conte infantili, giochi motori, ninne-nanne, serenate, poesie religiose, satiriche e d’improvvisazione, stornelli d’amore, anche licenziosi, dispetti e narrazioni degli stessi informatori. Tradizioni, quindi, usanze e canti trasmessi oralmente fino alla metà del secolo scorso, rimasti solo nella memoria di poche persone anziane ancora viventi.
Dopo alcuni anni di sola ricerca, Marino Carotti ha iniziato a riproporre alcuni di questi preziosi brani nei suoi spettacoli, rispettando sia la melodia che il linguaggio degli informatori. Nel 2016 è uscito l'album Galantòmo fu mio padre e qualche mese fa il libro "Né acqua, né luce, né strada" che ci verrà presentato sabato 18 maggio, insieme al giornalista Giovanni Filosa e con la partecipazione di Cristiana Carotti, in Biblioteca Planettiana in occasione della Notte dei Musei, alle 22:00, con replica alle 23:00.
Tema importante di questa edizione 2019 è la Tradizione, intesa non come una semplice rievocazione del passato, ma come percorso sensoriale ed emozionale per rivivere il passato, preservarlo per dare voce al futuro.